venerdì 3 aprile 2009

Concept

Da dove si innescano i processi evolutivi istintivi nei confronti del mondo che ci circonda?
Sono percorsi dettati da una mera funzionalità biologica tra uomo e natura o i modi in cui l’essere umano osserva il mondo selvaggio e si rapporta ad esso?
Rousseau esaltava la purezza dell’ego primitivo che scevro dalla civilizzazione riesce a rapportarsi a tutto ciò che è incontaminato, e tutt’ora in queste metropoli postmoderne l’uomo riesce a guardare la natura con un’interrogativo senso del sublime.
In questa riflessione di dualistico conflitto oppositivo fra natura e cultura si fa autore ed interprete Damiano Tullio che nella sua produzione “totem naturali e tabù civilizzati” affronta con un’ottica simpatetica e diacronica il suo lavoro di antropologo ed artista. In questi lavori l’autore fa rivivere attraverso elementi del mondo naturale e rurale le riflessioni escatologiche che l’essere umano nutre nei confronti dell’ “indefinito”, ovvero il mondo naturale e i suoi fenomeni, quel mondo incontrollabile e ingestibile se non attraverso il piano culturale e rituale.
Opere di gesso, metallo arrugginito, legno, foglie e terra fanno parte di un ampio discorso citazionale dove i protagonisti diventano antichi miti, usi, costumi e rituali legati ad un’orizzonte arcaico ormai distante dalla attuale contemporaneità, ma al tempo stesso presenti in modo evidente in ogni gesto sociale che pone gli individui in relazione tra loro e la natura stessa.
Damiano Tullio nasce a Roma il 9 marzo del 1979. Già dalla prima adolescenza grazie all'influsso della madre scenografa, mostra interesse e sorprendente propensione per l'Arte, uno dei punti cardine costanti del suo percorso evolutivo, laureato in Lettere, con indirizzo Demo-Etno-Antropologico, l'artista esperisce la vita e i colori del mondo, assorbe visioni, si inonda delle forme della passione, soprattutto attraverso il viaggio con esperienze formative in città d'arte come Parigi, Londra, Sydney. Di questi viaggi, riflette tutta la carica di vitalità, erotismo, sapere ed esotismo, nell'arte che, già da giovanissimo, produce, partecipando a numerose esposizioni sia personali che collettive. Una stretta relazione si palesa tra l'approccio al mondo, alla natura e alla cultura, così concreto, positivo, reazionario, variegato, e la scelta dei materiali che usa per le sue opere: oltre ad acrilici, paste-volume, gesso, cemento, legno , carta e metallo, Damiano Tullio fa largo uso di materiali riciclati, oggetti del mondo, dal mondo dimenticati, a cui l'artista dona una nuova vita, riorganizzandoli in simboli, coloratissimi e materici, di una ribellione irruenta nei confronti di quello stesso sistema culturale da cui gli oggetti provengono.